L’intervento per ernia del disco è oggi un intervento sicuro, di breve durata (20-40 minuti) e con minime complicanze, se eseguito da mani esperte. Personalmente ho operato migliaia di pazienti di ernia del disco, dai più semplici ai piu complessi, e ho sempre avuto ottimi risultati clinici. Spesso ho dovuto rioperare pazienti già operati di ernia del disco da altri; questi pazienti sono molto più difficili da gestire, ma con esperienza e tecnica si riesce ad avere buoni risultati. L’intervento per l’ernia del disco consiste nell’ asportazione del tessuto erniato che comprime la radice nervosa o il sacco durale.

Asportazione di ernia discale vertebrale.
Fino a qualche tempo fa si riteneva che fosse necessaria un’ampia demolizione del tessuto osseo vertebrale al fine di meglio visualizzare le radici nervose compresse (rimozione totale di una emilamina e delle zigoapofisi, emilaminoartrectomia). Attualmente l’intervento per un ernia del disco è possibile con una minima asportazione delle strutture osteolegamentose tale da preservare la stabilità del rachide lombare e minimizzare i rischi di una lombalgia futura o di altre complicanze. Per l’intervento dell’ernia del disco si attua una piccola incisione cutanea posteriormente sul piano mediano (linea delimitata dai processi spinosi) a livello dello spazio intervertebrale interessato dall’ernia del disco (viene a volte utilizzato un amplificatore di brillanza). Una volta raggiunto il piano rachideo si esegue un interlaminotomia secondo la tecnica di Casper di modo da destabilizzare la colonna vertebrale e raggiugere la radice nervosa che risulta bloccata dall’ernia del disco.
Cautamente viene mobilizzato il sacco durale al fine di evidenziare il conflitto dell’ ernia del disco-radice nervosa, viene liberata delicatamente la radice lungo il suo decorso, eseguendo anche una congrua foraminotomia di modo da poter dislocare la radice e (tecnica molto delicata che i più non eseguono per non rischiare di danneggiare la radice,lasciandola cosi bloccata e dolorante). Individuata l’ernia del disco si asporta. Dopodichè si esegue microdiscectomia. Il tutto sempre al microscopio.

Ferita chirurgica dopo l intervento di asportazione di ernia discale.
Alternativa all’intervento di microdiscectomia è rappresentato dalla discectomia (senza microscopio). In letteratura non si riscontrano differenze tra i due tipi di approccio chirurgico relativamente ad efficacia, sanguinamento, e formazione di fibrosi epidurale, ma per esperienza posso dire che sono due mondo completamente diversi. Vi sono dati concordanti su alcuni effetti indesiderati, come l’infrazione durale, in alcuni studi superiori nella discectomia tradizionale. Ricordiamo inoltre che le tecniche endoscopiche video assistite, che riducono ulteriormente l’incisione cutanea grazie a delle sonde (trocar) cannulate all’interno delle quali agiscono degli strumenti dedicati, che però hanno i limiti descritti. Altre tecniche microchirurgiche e mini-invasive sono rappresentate dalla Discectomia Percutanea, Discectomia con laser, Discectomia con coblazione, Sostituzione del disco intervertebrale con dispositivi di sintesi, Terapia elettrotermica intradiscale o IDET e Discolisi con ossigeno e ozono non hanno mai dato un evidenza scientifica della loro efficacia.

Rimozione di ernia discale con endoscopio.
Il dolore radicolare normalmente scompare subito dopo l’intervento di asportazione dell’ernia del disco. La regressione degli altri sintomi non sempre è così immediata ed avviene con gradualità: nei primi giorni si sente un miglioramento della motilità, mentre i disturbi sensitivi sono gli ultimi a recuperare poiché si tratta di fibre molto sottili (anche dei mesi) I risultati statistici dell’asportazione dell ernia del disco indicano la scomparsa del dolore radicolare in più dell’ 95% dei casi, mentre il dolore lombare ne risente meno favorevolmente. Il recupero motorio è in genere buono (90%). I riflessi patellare ed Achilleo, se assenti pre – operatoriamente, ricompaiono solo nel 60% dei casi. La comparsa del dolore a 3-5 giorni dell’intervento di asportazione dell’ernia del disco è in genere dovuta ad una temporanea riaccensione del processo infiammatorio conseguente all’intervento e regredisce con terapia cortisonica. Bisogna considerare a parte i casi con compressione della cauda equina e con deficit motori evolutivi (frequentemente caduta del piede). In questi casi il recupero è più lento.
Altra procedura possibile se associata all’ernia discale vi è una discopatia di grado elevato (Pfirmann superiore a 3) è l interposizione di una protesi del disco per via laterale. L intervento si chiama XLIF, e ha il fantaggio di non dover scollare muscoli paravertebrali per interporre una protesi del disco. Ovviamente si può eseguire solo in determinati pazienti.
In genere per l’asportazione dell’ernia del disco sono necessari una o due notti massimo di ricovero.
La tecnica che ho sviluppato negli anni mi permette di avere degli ottimi risultati chirurgici, di abbassare quasi a zero le complicanze chirurgiche.