La stabilizzazione vertebrale con viti e barre è un intervento chirurgico che punta a ottenere la stabilizzazione della colonna vertebrale ed eventualmente a risolvere la compressione delle strutture nervose quando presenti. Per ottenere questi risultati si ricorre all’uso di mezzi di sintesi: si tratta di elementi realizzati in materiali di avanguardia utilizzati per ristabilire il giusto allineamento delle vertebre interessate.

Stabilizzaione vertebrale con viti e barre.
Le indicazioni per il ricorso all’intervento sono:
Spondilolistesi malformative: L’intervento è riservato ai casi in cui è presente un’instabilità lombare che non risponde agli altri trattamenti.
Spondilolistesi di origine traumatica: Necessitano sempre di un intervento chirurgico di fissazione posteriore strumentata e artrodesi intersomatica.
Spondilolistesi degenerative: In caso di instabilità e in presenza di una sintomatologia da compressione delle strutture neurali, come claudicatio e radiculopatia con o senza deficit.
In caso di compressione delle strutture nervose come stenosi del recesso laterale e ernie nascoste il chirurgo valuta l’opportunità di eseguire, mediante l’ausilio del microscopio operatorio e di un trapanino ad alta velocità, interventi mirati che consentono di liberare le terminazioni nervose dall’intrappolamento che causa infiammazione e dolore nel paziente.
Questa metodica, ideata dall’americano Hibbs nel 1911, si basa fondamentalmente sul gesto chirurgico della cruentazione della superficie ossea posteriore della colonna vertebrale mediante sgorbie, scalpelli e pinze ossivore, in modo da attivare un meccanismo riparativo finalizzato alla formazione del callo osseo.

Stabilizzazione lombosacrale.
Negli anni Sessanta, la tecnica dell’artrodesi posteriore subì un’evoluzione importante grazie a Watkins e Wiltse che estesero le superfici di cruentazione includendo le apofisi articolari e le traverse, dando così luogo all’artrodesi postero-laterale. All’artrodesi, tecnica essenzialmente biologica, veniva associato l’uso di gessi contenitivi, atti a favorire la formazione del callo osseo; questi ultimi erano mantenuti per un tempo variabile di 5-6 mesi, ossia fino alla maturazione dell’area d’artrodesi.
Il cambiamento essenziale nella storia della moderna chirurgia vertebrale fu realizzato negli anni 70 da Camille che ideò la fissazione con viti transpeduncolari, ancora oggi chiave di volta degli impianti di stabilizzazione. Grazie all’uso della fissazione transpeduncolare è stato possibile utilizzare al meglio la tecnica combinata di stabilizzazione e artrodesi nella maggior parte delle patologie vertebrali. L’evoluzione ulteriore di questa tecnica si deve ai francesi Cotrel e Debousset, i quali teorizzarono che la scoliosi, in quanto curva che si sviluppa su tre piani, necessitava di una correzione in distrazione, traslazione e derotazione, conseguibile utilizzando uno strumentario di loro ideazione e ancora attuale.
La stabilizzazione vertebrale si esegue in anestesia generale, una volta risvegliato il paziente si può lentamente alzare con una fascia rigida. La degenza dura 3 notte mediamente.
Le complicanze dipendono dalle mani esperte del chirurgo; noi eseguiamo piu di 1000 interventi l anno, quindi sono intervento di routine.

Cage interomatica per dare maggiore stabilità alla colonna.
A secondo dello spessore del disco intervertebrale si decide se inserire o meno uno spessore intersomatico chiamato Cage; tale dispositivo non sempre viene messo poiché richiede una certa tecnica. Ma posso assicurare che la sua presenza aiuta molto la biomeccanica della colonna vertebrale. Noi ormai lo inseriamo sempre se lo spazio cè lo permetto, ed abbiamo avuto un riscontro clinico eccellente.
STABILIZZAZIONE DINAMICA:
La stabilizzazione dinamica permette di ricostruire uno o più elementi della colonna vertebrale senza il solito fissaggio con viti e placche, ma con della barre dinamiche che conservano la motilita della schiena.
Tale sistema viene impiantato negli sportivi agonisiti, senza influenzare minimamente le prestazioni dell’atleta.
Non tutti i pazienti sono candidati a questo sistema innovativo; per saperlo è sufficiente venire a visita con una Risonanza Magnetica recente.